Il barbiere è una professione artigiana e insieme un‘arte antica e nobile: si occupa si radere e/o curare la barba, lavare,tagliare e acconciare i capelli e la sua bottega si chiama barberia. Barbiere è un termine usato per lui, per la donna si usa il termine parrucchiere.
In passato il barbiere praticava anche la chirurgia, soprattutto la bassa chirurgia, si occupava cioè pure di cavare i denti, di fare salassi ed eseguire piccoli interventi micro-chirurgici.
L’arte e la storia del barbiere affondano le loro radici nella notte dei tempi. Secondo gli studi storici già nel Paleolitico inferiore colui che tagliava i capelli era persona dall’alto rango sociale, come saggi e sacerdoti. Credendo che nei capelli risiedesse l’anima del popolo, tagliarli significava simbolicamente spazzare via il male accumulato per ritrovare nuove energie.
I barbieri erano insomma persone riverite, rispettate e rispettabili. I ritrovamenti archeologici nell’antico Egitto risalenti al 3500 A.C. testimoniano di pietre aguzze considerate utensili da barbiere. La storia dei barbieri passa poi per antichi greci e romani, quest’ultimi sempre rasati e con i capelli a posto, ma solo dopo aver subito l’influenza ellenica, fino ad arrivare all’invasione dei barbari, che (ri)portano in Europa la moda di barbe e capelli lunghi come era nel primo periodo dell’Impero Romano. Nel 296 A.C. è testimoniata da un senatore romano l’introduzione di vere e proprie barberie a Roma.
Fino al 1745 le corporazioni di chirurghi e le corporazioni dei barbieri lavoravano insieme, poi la divisione per volere di re Giorgio II di Gran Bretagna che separò le due gilde. La professione di barbiere fu ridotta solo alla cura dei capelli e della barba. Analoga decisione prese poi re Luigi XIV di Francia, con conseguente e progressiva perdita di prestigio nella professione in tutta Europa.